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giovedì 12 gennaio 2017

Se tutto è relativo, mi metto dalla parte del torto!


Ho saputo, da me, che la scrittura è un campo aperto, una via d'uscita: per scrivere bisogna svuotarsi, come stanze vuote in cui arrivano le storie, come tzigani in cerca dello spazio di nessuno.


Le persone con delle abilità di rado rimangono sedute mentre le cose avvengono: agiscono e fanno avvenire le cose. Oppure fanno si che alcune cose non accadano. QUALCUNO CHE SI ALZI DALLA COMODA POLTRONA?
Come potete notare, sono completamente refrattario......alla diplomazia.
Mi metto dalla parte del torto, in mancanza di un altro posto in cui mettermi. 

Decido per un po di disinteressarmi a quanto avviene al di fuori della mia testa, a ciò che comunque accade fuori, cosi prima o poi le cose che avvengono perderanno di interesse. Fuori dalla nostra testa non c'è nulla!
Ma come Picasso io non cerco, TROVO! 
Fuori l'ingresso della scuola. Non molto tempo fa. Ieri.
Mi arriva, alle spalle, la voce di una mamma che mi è particolarmente simpatica, con una cadenza e un modo di parlare tutto suo, esclusivo. Con tono canzonatorio dice:
"Ma dove sono i rappresentanti di Istituto? A che serve il Consiglio di Istituto?"
Le rispondo, scambiamo qualche battuta divertente. "Il grande problema del nostro sistema democratico è che permette di fare cose per nulla democratiche  democraticamente”. "Siamo esseri impotenti davanti alle istituzioni democratiche alle quali non riusciamo nemmeno ad avvicinarci". Ridiamo entrambi.  Il clima era tutt'altro che teso.
Subito dopo però ho cominciato a pensare alla mia posizione. Mi sono sentito, e mi sento ancora, in bilico come una goccia di aceto balsamico sull'orlo della bottiglia.  Non mi resta che rassegnarmi a porre l'altra guancia, eppure lavoro sodo, ma nessuno mi da la mancia; come Lorenzo dè Medici sarei l'ago della bilancia, ma vengo percepito come un peso e tutto ciò che ottengo viene pure frainteso. Vengo vilipeso e mi chiedo se questa è vita: sto (sans accent) in mezzo come una espressione colorita. 
Improvvisamente ho un intuizione e capisco tutto, ma non so che farmene. 
Mi viene un forte senso del dovrei...ma non posso. 
Ma certo gli scacchi. Metafora azzeccatissima: do delle spiegazioni in merito.
                      
Per capire la differenza tra un consigliere qualsiasi e il consigliere presidente del consiglio, basta pensare agli scacchi. Immaginate che ogni consigliere sia un pedone che può muoversi solo di una casella; la regina invece fa quel che vuole. E infatti il consiglio è convocato dal presidente ogni qualvolta lo ritenga opportuno durante l'anno scolastico.
Nella realtà le cose vanno in questo modo. Il grande capo decide, alza la mano e i 12 Apostoli "Rispondono alla chiamata". 
Ma gli apostoli in questo caso sono 18, sottolinea qualcuno.
Eh no! Gli Apostoli sono e resteranno 12. Gli altri sono degli Apostati che non hanno perso le speranze: sperano in Giuda!

Mi è venuta un idea balzana. Ho capito perché non si convoca il consiglio di istituto.
Provate a seguirmi. Chi è lo scrittore più importante degli ultimi venti anni? Attenti, non il più bravo, la bravura è degli arroganti. Il più importante, l’autore che ha destato una curiosità cosi morbosa da diventare il più importante. Salinger.
Chi è il più importante regista cinematografico? Kubrick.
L’artista contemporaneo? Banksy.
Il gruppo di musica elettronica? I Daft Punk. E invece la più grande cantante italiana? Mina.
E sapete quale è l’invisibile filo rosso che unisce tutte queste figure, che sono le più importanti nei propri rispettivi campi? Nessuno di loro si fa vedere, sono come invisibili, delle entità eteree.
Ora immaginate un consiglio di istituto di cui si hanno solo notizie vaghe e incerte, impossibile da raggiungere come una rock star. Una volta che capite dove si vuole arrivare, riuscirete anche a capire il genio che c’è dietro questa operazione. 
Niente riflettori. E' come andare al cinema. Aspettativa nella  penombra. L'assenza è presenza, è il fondamento del mistero!
Il consiglio è misterioso. Ecco il mistero del consiglio

Mi fanno notare: "Hai voluto la bicicletta e ora pedala". Vero, però la volevo col sellino. 


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