Fatti e personaggi di questo scritto sono del tutto immaginari. I luoghi no. Ma tanto loro non si offendono.
Pa.Scuolina: Ciao. Sono contenta di incontrarti. Era tanto che volevo
scambiare quattro chiacchere con te. Come stai?
Conte.Stino: Bene, ma…ho dei pensieri che non condivido. Ho le mani
legate come Andromeda.
Pa.Scuolina: Ma allora chiedi aiuto a chi sta più in alto!
Conte.Stino: Chiedere consiglio a loro, sarebbe come per Cesare chiedere
aiuto a Bruto.
Pa.Scuolina: Sei esagerato.
Conte.Stino: Scherzo. Forse lo farò. Magari col tempo, conoscendoci
peggio!
Pa.Scuolina:….comunque sono felice che ti stai interessando a me. Ma
perché lo fai!? Perché hai cominciato a scrivere?
Conte.Stino: Scrivo solo perché ho delle idee. Leggo e scrivo. Senza
leggere nessuno scrive. La mia posizione è di costante interrogazione. Scrivo
per tentare di capire, e perché non ho nulla di meglio da fare. Leggo/scrivo in
tua legittima difesa
Pa.Scuolina: Sei solo. Non lo sa nessuno. Taci e fingi! Ma cosa scrivi,
cosa racconti?
Conte.Stino: Dico la verità, cosi nessuno mi crede!
Pa.Scuolina: Cosa è peggio, l'ignoranza o l'indifferenza?
Conte.Stino: Non lo so! Non mi interessa!
Pa.Scuolina: Ma cosa vuoi veramente?
Conte.Stino: Questo davvero non lo so, ma so per certo che mi basterebbe
l’impossibile!
Pa.Scuolina: Però, ho come l’impressione che te la prendi con tutti.
Conte.Stino: Vero. Ovunque guardo trovo più bersagli che dardi.
Pa.Scuolina: Però non capisco che libro stai scrivendo.
Conte.Stino: Il kamasutra: io sopra e tutti sotto! Ma non esagerare a
prendermi sul serio.
Pa.Scuolina: Si sente come una insoddisfazione nelle tue parole
Conte.Stino: Si. A causa di un mondo che non offre nulla, vende
solamente! Nessuno ci chiede più quello che pensiamo, ora ci chiedono che marca
di auto, di vestito, di cravatta abbiamo, quanto guadagniamo.
Pa.Scuolina: Ragioni da sognatore. La società perdona spesso al
delinquente: ma non perdona mai al sognatore.
Conte.Stino: A proposito di sogni, qual è il tuo?
Pa.Scuolina: Potessi dire quello che nemmeno posso scrivere, esiterei nel
farlo...
Conte.Stino: Sprizzi ottimismo da tutti i mattoni. Non aver paura di dire
quello che pensi: pensano in pochi, per cui sei già in vantaggio. E poi
qualcosa devi pur dire.
Pa.Scuolina: Abbiamo perso tutte le occasioni e adesso siamo carte senza
identità. Ciò che NON deve accadere accade.
Conte.Stino: Facciamo cosi. Ho un grammo di ottimismo (è per uso
personale). Te ne do la metà. …………….. E poi tu sei molto amata.
Pa.Scuolina: La gente non ama, ha bisogno di trofei. Tutti fanno finta
Conte.Stino: Ho capito cosa intendi. Pare Amore. E’ Fantasia. Io però ti
voglio bene.
Pa.Scuolina: Ma tu sei solo un bambino.
Conte.Stino: Sarò pure un bambino io, ma se ti vedo senza sorriso, prendo
un colore e te lo disegno.
Pa.Scuolina: Molti pensano che tu, come altri, abbracci troppo forte.
Conte.Stino: C’è chi ti abbraccia così forte che sembra voglia romperti.
E invece di romperti, ti aggiusta.
Pa.Scuolina: Le tue sono belle parole. Grazie. Ma nonostante TUTTO, non
cambierà NIENTE! È impossibile.
Conte.Stino: Le parole vere non sono belle. Tutto è impossibile. Basta
volerlo. E poi devi reagire. Adesso!.
Pa.Scuolina: Ogni cosa a suo tempo.
Conte.Stino: Col dovuto rispetto, il tempo è adesso.
Pa.Scuolina: Senza futuro, il presente non serve a niente, è come se non
esistesse.
Conte.Stino: Cosi facendo ti chiudi a riccio e le spine sono tutte
dentro. E da troppo tempo che stai cosi.
Pa.Scuolina: Non sempre le cose vanno come dovrebbero andarsene.
Conte.Stino: Sono in tanti che cercano di darti una mano.
Pa.Scuolina: La vera scelta non è con chi, ma senza chi. Stiamo usando il
nostro cervello in una maniera troppo disciplinata, pensando solo ciò che è
necessario pensare, o che ci viene permesso di pensare.
Conte.Stino: Ma tutto quello che viene fatto, avviene con le migliori
intenzioni.
Pa.Scuolina: Le peggiori cose sono sempre fatte con le migliori
intenzioni.
Conte.Stino: Allora quello di lamentarsi è diventato un vizio.
Pa.Scuolina: Ho la riflessione come vizio. Ma poi, tu cosa vuoi
dimostrare, che valore ha quello che fai?
Conte.Stino: Non devo dimostrare che ciò che faccio ha un valore, ma
siete voi che dovete dimostrare che non lo ha. Facendo cose che oscurino
totalmente ogni mio operato, al punto che non si parli ed elogi il vostro
operare, ottenebrando totalmente le mie piccole azioni insignificanti.
Pa.Scuolina: Sono in tanti a vantare un impegno senza pari. Non tutto è
percepito all’esterno.
Conte.Stino: Sono sempre i peggiori che se ne vantano.
Pa.Scuolina: Adesso continui tu con i lamenti. Ci sono dei limiti e dei
confini.
Conte.Stino/Pa.Scuolina: Ripassiamo insieme: i limiti si superano e i
confini si rispettano.
…..To be continued…
Se unisci i
disappunti esce fuori un disdegno.
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