Ancora lo stesso film
Lo si dimentica spesso, ma la
democrazia è un’invenzione umana. Anche se ne ha la pretesa, non è il sommo
bene. Non è il destino dell’uomo, né una necessità. Ha avuto un’origine da
qualche parte, ed è destinata ad avere una fine.
È divenuta una parola “fantastica”,
che gode di un giudizio positivo resistente a qualsiasi riserva e che proclama
addirittura l’impegno ad abrogare il potere.
La pratica, invero, è più modesta: la democrazia, il potere finisce
unicamente per circoscriverlo. Essa viene percepita come la forma di governo
più corretta tra tutte, superiore a ogni altra persino moralmente.
La frontiera tra i fertili territori
della democrazia e le desolate regioni della non-democrazia, è tracciata più
che altro per motivi di comodo.
Basta spandere democrazia
dappertutto. Si è esagerato! C’è bisogno di «meno» democrazia.
Da qui il programma, di flettere
verso un qualcosa di stampo differente, in cui l’influenza delle elezioni sia
ristretta e il potere affidato a una mitica élite eticamente e culturalmente
diversa?
La cura è rigorosa, ma è più di
tutto politicamente sospetta. Non c’era da immaginarlo in partenza? Ciò
nonostante, la parola democrazia è così accattivante che è difficile
abbandonarla. Ma le forzature a beneficio di una parte sono all’ordine del
giorno dappertutto e c’è pure chi le considera perfettamente democratiche.
Mentre per altri in questo modo si
favoriscono i soliti sospetti!
Il finale di partita – tali partite non hanno fine – è tutto da giocare
Nessun commento:
Posta un commento