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giovedì 9 marzo 2017

Nessuno diverso, o che sorride quando ha perso. Vecchie ferite!

C'entra poco ...... e allora .......
x1, x2, x3, x4, x5, x6, x7, x8 ..... biscotto
  
La storia (del calcio?) è piena di situazioni, peraltro indimostrabili, piene di dubbi.
Siamo nell’era delle partite truccate, dei dubbi permanenti, dei sospetti, di condotta elevata quasi a modello di comportamento, rovesciata, la storia recente è un lungo brivido di etiche calpestate, di disgustose garanzie, abbiamo conosciuto nomi e cognomi di maghi, di registi occulti, e c’è da chiedersi come sia possibile che migliaia di persone cedano ancora al ricatto della passione, l’unica cosa pura, che non si può vendere, ma si può finire.

Ebbene, nonostante questa condanna, la parola “biscotto”, ossia una partita “truccata” perché nessuna ha interesse a forzare la mano, a vincere, oppure a perdere per mandare avanti l’avversaria di turno (per ragioni misteriose), è una parola che non si può nemmeno pronunciare, come se fosse la più orribile delle nefandezze possibili: mettersi d’accordo, anche senza farlo, capirsi con due sguardi....... E’ pieno il mondo di questi biscotti, che sono sempre presunti, ci sono partite che non si sono praticamente mai giocate, a qualunque livello, o frammenti di queste in cui le squadre hanno smesso di mandare il pallone nella metà campo avversaria. Non si contano le rinunce all’agonismo, non si contano gli arbitri che in teoria, ma solo in teoria, avrebbero dovuto evidenziare mancanze di spirito competitivo e di morale sportiva. Il biscotto diventa sempre più inzuppato, molle e sgradevole. E più sono indimostrabili, più hanno un gusto salato.

Malgrado la tanta polvere da nascondere sotto il tappeto, chi può dirsi esente? L’ossessione biscotto spesso inaridisce chi la prova, non chi quel biscotto dovrebbe confezionare: “Non dite scemenze”, si affrettano a precisare. La combine è sempre imbarazzante, ed è sempre indimostrabile.
Tutto regolare, sulla “marmelada” nessuno ha (o può) nulla da obiettare in corso d’opera e nei giorni successivi, ci mancherebbe.

Più che un biscotto, se vogliamo, è stata una derrata di dolci buona per mandare avanti un squadra di diverse persone per un anno intero. Ma chi potrebbe mai dimostrarlo?

La vita è troppo corta: meglio mangiare prima il dessert! 

Lionel appare il contrario di come ti aspetti un giocatore: non è sicuro di sé, non usa le solite frasi che gli consigliano di dire, si fa rosso e fissa i piedi, o si mette a rosicchiare le unghie dell'indice e del pollice avvicinandole alle labbra quando non sa che dire e sta pensando. La storia della Pulce, straordinaria, si mischia anche con questo........

Vecchia ferita: parlo di quel 2-2 del 22 giugno del 2004 che eliminò l’Italia di Trapattoni dagli Europei!

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