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venerdì 2 dicembre 2016

Pongo l'accento sull'accento!




Una delle scene più famose di Miseria e Nobiltà! Caro Giuseppe compare nipote è l'inizio della dettatura di una lettera che uno zotico propone allo scrivano Totò.
Zotico – Caro Giuseppe cumpare nepote, a Napoli stoce facendo la vita de lu Signore.
Totò – Stoce? Io stoce, tu stoce! Stoce non esiste. STO!

In italiano l’accento consiste nell’aumento dell’intensità con cui viene pronunciata una sillaba (detta sillaba tonica), che acquisisce così maggior rilievo rispetto alle altre sillabe della stessa parola.  L'accento è acuto o grave.
Sono “profondamente superficiale”. L’errore è mio, è grave. La forma "stò" non esiste!
Sto si scrive senza, mettere l'accento è superfluo.
Non è tutto merito mio, però. Tutto quello che non so, l’ho imparato a scuola.

Chi non legge me lo fa notare, io lo scrivo e neppure ci faccio attenzione!


È vero, ho un grossissimo difetto: una memoria terribile. Non dimentico mai niente.
C’era veramente bisogno di scrivere questa cosa? Superflua! Cosa quanto mai necessaria.
Dio non gioca a dadi. Nulla avviene per caso.
Il caso è fondamentale, intendendo che il caso non è assolutamente casuale, ma un insieme di coincidenze che, guarda caso, stanno dietro a molte cose. L'hanno anche studiato il caso o la coincidenza. Il che non è affatto casuale.
Tirando a "caso" sarebbe il "caos". Tutto ciò che viviamo ha un motivo: "Una causa molto piccola, che ci sfugge, determina un effetto considerevole che non possiamo non vedere, e allora diciamo che questo effetto è dovuto al caso. Se conoscessimo esattamente le leggi della natura e la situazione dell’universo nell’istante iniziale, potremmo predire con la medesima precisione la situazione  dell’universo in un istante successivo. Ma quand’anche le leggi naturali non avessero più segreti per noi, potremmo conoscere la situazione iniziale solo in modo approssimativo. Se questa approssimazione ci permettesse di prevedere la situazione successiva con la stessa approssimazione, questo ci basterebbe per poter dire che il fenomeno è stato previsto, che è governato da leggi: ma non è sempre così e può accadere che piccole differenze nelle condizioni iniziali generino differenze grandissime nei fenomeni finali; un piccolo errore nelle prime produrrebbe un errore enorme negli ultimi. La predizione diventa allora impossibile e ci troviamo di fronte al fenomeno casuale."

Però quell'accento messo li, che si libra nell'aria, e che sembra leggero, ha e continuerà ad avere un peso enorme. Da fastidio, disturba: d'altronde anche noi!

Che dite, è il caso di dire che alla fine tutto è stato sistemato, è andato tutto a posto?
Spiritualemente...... grammaticalmente.
Il caso è dalla nostra parte: può tanto su noi, dal momento che non viviamo a casaccio.
Ma adesso è il caso soprattutto delle cose più IMPORTANTI.


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