Profeta: Cosa vuoi?
Uomo: Tu sai gia cio' che voglio, vero?
Profeta: Se non lo sapessi, che profeta sarei!
Uomo: Se sai già la risposta, come posso scegliere?
Profeta: Perché non sei venuto qui per fare una scelta, la scelta l'hai già fatta, sei qui per conoscere le ragioni per cui l'hai fatta.
Contestino è un bambino col quale a volte chiacchiero, un amico immaginario.
Ce l'ho da poco. A volte
me lo ritrovo di fronte, mentre sono su una poltrona che penso. Io penso e lui
mi guarda.
Adesso sto cercando di
spiegargli che cos'è il Ptof. Gli
dico "è dove finiscono i Progetti.
Ptof, ricorda il tonfo di
un sasso in acqua. Nel Ptof si mettano tutti i progetti: cosa c'è di più fluido e
fluente di un Ptof, in effetti? (Senti quante effe? Fluido e fluente... Ptofffffffff!
Effettivamente ce ne sono a bizzeffe di effe!). E, giacché i progetti sono quel
che contraddistingue una scuola, il Ptof, contenitore di progetti, è una specie
di documento d'identità della scuola. Contestino non capisce
cosa è il documento di identità, è un bimbo. Gli spiego che è dove trovi notizie
scritte su chi sei. Come ti chiami, cosa fai, dove abiti, di che colore hai i
capelli e gli occhi.
Gli spiego che la scuola
non ha i capelli, gli occhi….. ma in compenso adesso ha i progetti.
Quindi il Ptof fornisce
l'identità di una scuola in base ai progetti che quella scuola offre. Non per nulla Ptof vuol dire Piano triennale
dell'Offerta Formativa.
E’ un piano, un progetto
che contiene altri progetti, cosi che tutti insieme permettano di "pianificare l'offerta".
So bene che la parola
offerta ti fa venire in mente quando andiamo al supermercato e i giocattoli
sono in offerta, lo so. Ma non fare queste confederazioni, sono azzardate.
Il segreto sta nel differenziare.
Le scuole non sono tutte uguali. Ci sono scuole e scuole. Per questo preparano un
fascicolo, perché tu, utente-cliente-studente, possa scegliere la scuola
migliore.
Perchè? Semplice: da un
certo punto la scuola si è messa a fare un'offerta. Ogni scuola promuove le sue
offerte che la diversificano dalle altre scuole. Dunque, le scuole pubbliche non sono più tutte uguali: una scuola offre una cosa e un'altra
scuola ne offre un'altra. Chiarissimo. Eppure lo
trovo strano..... Non riesco ad afferrare tutto. Per esempio, non riesco a comprendere
che cosa possa mai offrire di cosi nuovo o diverso un insegnante di lettere, ad
esempio, cosa può mai escogitare, se non di insegnare bene la sua materia e
cioè insegnare a leggere dei bei libri e capirne il senso nel profondo;
esprimere per iscritto il proprio pensiero, o un racconto, un ricordo; saper sostenere
un discorso avvincente, ben costruito, suggestivo. Che altro?
Che cosa potrà mai
offrire di diverso l'insegnante di italiano della scuola vicina e concorrente? Perché di colpo la scuola
ha dei concorrenti?
Facile. Ogni scuola, è
libera di scegliere che cosa offrirti, cioè quali progetti presentarti. Per
esempio, un bel corso di canto o di fotografia o di scrittura creativa.
Ricapitolando, i Progetti distinguono una scuola.
Eppure, nonostante tutte
le spiegazioni date, Contestino mi ha detto che a distinguere una scuola sono “gli insegnanti”. Che scemenza. Si vede subito che è un bambino. Non
gli insegnanti e nemmeno le cose che insegnano, o i modi che usano per
insegnarle. Contano solo le cose extra,
le cose "fuori": i progetti, appunto. Le attività, non le materie. Nel Ptof troverai che in una
scuola si fa il Corso Tizio o l'Approfondimento Caio o l'Uscita al Museo X
e la Gita di Istruzione ad Y. Non troverai chi
insegna e che cosa e come. Se cioè un insegnante di lettere fa leggere dei bei libri o no, quello non
ce lo trovi. E nemmeno il fatto che il tal insegnante di matematica è
bravissimo e chiaro a spiegare o che è un mezzo genio a cui andrebbe dato un premio.
Queste cose no, queste cose non interessano a nessuno. Non fanno l'identità di una scuola. Anche perché il suddetto
insegnante particolarmente bravo e capace, per inventarsi le sue nuove formule
e modi di insegnamento che funzionano, se ne sta per ore ed ore in casa a preparare le lezioni: non offre mai un'attività extra
sulle strategie dell'apprendimento, non fa mai un corso o un'uscita didattica
al Museo del calcolo, niente! E' davvero un pessimo
insegnante.
L'attuale sistema scuola non
sembra avere alcuna idea di che cosa sia un maestro. O meglio, non sembra
volere affatto dei maestri.
L'attuale scuola odia i
"maestri". Li trova antiquati e poco flessibili. Dotti e presuntuosi.
Oggettivamente non valutabili. E silenziosi, troppo silenziosi.
Insomma, gli insegnanti
devono tutti diventare insegnanti p(t)offati.
Insegnare e far lezione sono diventate parole vecchie, obsolete.
Oggi l'insegnante deve
fare altro. Recuperare. Colmare. Accoglie. Progettare. Pianificare. Deve avere e raggiungere degli obiettivi.
Pianifica l'offerta, cura l'utenza, individua i percorsi, stabilisce gli obiettivi, disegna la mappa, costruisce la griglia, indica i saperi, fornisce un metodo, studia le strategie, usa gli strumenti, stabilisce i criteri, valuta oggettivamente, si autovaluta, si monitorizza, certifica le competenze, somministra i test, verifica in itinere, rispetta gli obiettivi, organizza i moduli, percorre i percorsi, si aggiorna nei contenuti e nei metodi, mette in atto il processo educativo, esplicita le competenze, concretizza le conoscenze, verifica l'apprendimento, si relaziona agli altri enti, governa i conflitti, lavora sul territorio, innalza il tasso, il successo scolastico... ma soprattutto è flessibile, flessibile e disponibile, disponibile al cambiamento...
Per chi come me ha frequentato la scuola una vita fa non riconosce più nulla. Hai la vaga impressione che qualcuno ha cambiato il mondo, spostato l'orizzonte.
Pianifica l'offerta, cura l'utenza, individua i percorsi, stabilisce gli obiettivi, disegna la mappa, costruisce la griglia, indica i saperi, fornisce un metodo, studia le strategie, usa gli strumenti, stabilisce i criteri, valuta oggettivamente, si autovaluta, si monitorizza, certifica le competenze, somministra i test, verifica in itinere, rispetta gli obiettivi, organizza i moduli, percorre i percorsi, si aggiorna nei contenuti e nei metodi, mette in atto il processo educativo, esplicita le competenze, concretizza le conoscenze, verifica l'apprendimento, si relaziona agli altri enti, governa i conflitti, lavora sul territorio, innalza il tasso, il successo scolastico... ma soprattutto è flessibile, flessibile e disponibile, disponibile al cambiamento...
Per chi come me ha frequentato la scuola una vita fa non riconosce più nulla. Hai la vaga impressione che qualcuno ha cambiato il mondo, spostato l'orizzonte.
Aiuto. Qualcuno che mi
dica quali sono i miei obiettivi, i miei metodi, i miei percorsi, le mie
strategie, i miei moduli, le mie competenze..........
Di colpo non so più niente. E non sono niente.
Vuoi vedere che abbiamo sbagliato tutto a scegliere la scuola per gli ottimi insegnanti!
Vuoi vedere che abbiamo sbagliato tutto a scegliere la scuola per gli ottimi insegnanti!
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