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lunedì 3 aprile 2017

Atto definitivo!


Sventolerò la mia radiografia, e per non essere frainteso, mi disegnerò addosso un giubbotto antiproiettile. Colpisci-mi ancora al cuore, o alla testa? Sarà in mezzo alla folla o isolato? Non lasciare feriti stavolta! Refrattario volerò via a rincorrere falene o comete. È proprio vero, non si scrivono lettere d'amore al computer!.
Mi fermo, inizio a tremare, come il centro Italia degli ultimi anni! Una maschera di fondo-tinta-nero copre tutto, che per struccarla non basteranno delle nuvole cariche di pioggia. L'atmosfera è sempre … fredda e metallizzata: non versa lacrime in questo periodo, o gli si arrugginiscono le guance. I se e i forse leggeri, si sono trasformati in macigni, pericolosi, caduti su troppa polvere che ha cominciato a ostentare i segni. Nell'aria manca l'ossigeno, è troppo il monossido di carbonio, troppi i tribunali aperti, troppe le porte sbattute, che da lontano sembrano degli applausi. Seguo una scheggia di stella luminosa che si insinua tra le costole: contrasta con le mie occhiaie azzurre, con le pupille lucide, per la congiuntivite!
È stata una guerra fredda, alle notti si sostituivano le eclissi, per evitare di sentire. Una lotta libera da ogni freno, con la bile a colmare ogni cosa: e poi fuoco dagli occhi tirati a lucido come auto nuove. E da ultimo.... la constatazione amichevole del nostro niente! Semplici compromessi storici per non ferirci.

Chiusi tutti i cancelli, le porte blindate e chiuse pure tutte le frontiere: che i sogni siano sentore.  Una pessima rabbia la nostra …. e la maggioranza è silenziosa ….. e intanto so che ti troverò schierata. Finirò ustionato, morto per folgorazione. E alla fine di tutto, sorrisi e un altro arrivederci.

Mi chiudo in un ermetismo aperto a troppe letture: controverso, non voglio essere chiaro. Cambio pelle. Quella nuova, mi protegge e mi fa da guscio, ma potrebbe non bastare; senza, zoppico e il calore diventa brace. È un atto definitivo. Atto definitivo, l'ho sempre considerato un bel titolo.
Tregua. Sospensione. Tregua sospesa.....mando un segnale, esprimo desideri. Abbasso una saracinesca arrugginita sui miei occhi. Nastro isolante per i nervi scoperti. Dialogo sostenuto. Ultima possibilità. Basta incomprensioni. Smanio, bramo considerazione. E intanto copriamo con carta stagnola le mura che ci nascondono. Smisurato interesse. Si aspetta un segnale. Potrebbe arrivare e non essere notato. Potrebbe non partire affatto. E' un rischio.

Accurato, seguo le istruzioni non scritte. Sono telepate, è un esperimento, dovrebbe funzionare, significherebbe iniziare da zero con un segno più. Con un sogno in più.

In fin dei conti, sto ancora sbagliando. Le parole, lame taglienti, non hanno il potere contrario. Le ferite vanno sanate con un abbraccio forte, lungo almeno i giorni che ci hanno divisi. Ma non è possibile. Le circostanze non sono favorevoli. E quando mai! Forza arroganza e insolenza mutano: rimane solo l'energia della vulnerabilità.

Ci sarà per noi un campo lungo cinematografico!!?

Ali spezzate mi escono dalla schiena....sono fuori.....per una sniffata di ossigeno. All'esterno solo finestre di palazzi indifferenti. Luci fioca su tela nera. Lampi, tuoni, rumori sono a distanze siderali, eppure li percepisco potenti. Comincia a gocciolare, cadono senza pudore petali di candore! In un modo autentico ti ho cercato. Alla fine ti ho ri-trovato.

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